Un migliaio di cristiani in più sono stati uccisi per la loro fede l’anno scorso rispetto all’anno prima.
Altri mille cristiani sono stati arrestati.
Altre seicento chiese sono state attaccate o chiuse.
E l’Afghanistan è il nuovo n. 1, secondo la World Watch List (WWL) 2022, gli ultimi dati annuali da Open Doors (Porte Aperte) dei primi 50 paesi in cui è più pericoloso e difficile essere cristiani.
“I risultati di quest’anno indicano cambiamenti sismici nel panorama della persecuzione”, ha affermato David Curry, presidente di Open Doors USA.
Da quando Open Doors ha iniziato il suo conteggi nel 1992, la Corea del Nord è stata in testa alla classifica. Ma in seguito alla presa dell’Afghanistan da parte dei talebani lo scorso agosto, i credenti afgani hanno dovuto lasciare il loro paese o trasferirsi nello stesso paese. Molti hanno perso tutto ciò che avevano, rileva il rapporto, mentre le chiese domestiche sono state chiuse sulla loro scia.
“Prima dei talebani, non era un granché, ma andava bene”, ha detto un afgano evacuato, chiedendo l’anonimato nella speranza che un giorno possa tornare. “[Adesso] i cristiani vivono nella paura, in segreto, totalmente clandestini”.
Open Doors si affretta a notare che lo spodestamento della Corea del Nord al n. 2 non riflette un miglioramento della libertà religiosa lì. Al contrario, una nuova legge sul pensiero reazionario ha portato a un aumento degli arresti di cristiani e alla chiusura delle chiese domestiche.
Complessivamente, 360 milioni di cristiani vivono in nazioni con alti livelli di persecuzione o discriminazione. Si tratta di 1 cristiano su 7 nel mondo, di cui 1 credente su 5 in Africa, 2 su 5 in Asia e 1 su 15 in America Latina.
L’anno scorso, per la prima volta in 29 anni di monitoraggio, tutte le 50 nazioni hanno ottenuto punteggi abbastanza alti da registrare livelli di persecuzione “molto alti” sulla matrice delle 84 domande di Open Doors. Quest’anno, tutti e 50 si sono qualificati di nuovo, così come altre 5 nazioni che sono cadute appena fuori dal parametro.
Mentre l’estremismo islamico continua a creare la maggior parte delle persecuzioni, Open Doors ha osservato che le restrizioni COVID-19 “sono diventate un modo semplice per rafforzare il controllo e la sorveglianza sulle minoranze religiose e sui servizi di culto” in Cina e in altre nazioni. I ricercatori hanno anche scoperto che la persecuzione sta rimuovendo sempre più i cristiani dalle loro comunità, con decine di migliaia, soprattutto dal Myanmar, che diventano rifugiati in altre nazioni.
Lo scopo delle classifiche annuali della WWL – che hanno regsitrato come la Corea del Nord abbia trovata concorrenza con la persecuzione che peggiora sempre più – è guidare le preghiere e mirare a una ira più efficace mentre si mostra ai credenti perseguitati che non sono dimenticati.
La versione 2022 tiene una traccia del periodo che va dal 1 ottobre 2020 al 20 settembre 2021 ed è compilata dai rapporti di base da parte dei lavoratori di Open Doors in più di 60 paesi.
Oggi, dov'è che i cristiani sono più perseguitati?
L’Afghanistan non rappresenta l’unico cambiamento sostanziale nella classifica di quest’anno. Il Myanmar è passato al n. 12 dal n. 18, a causa dell’aumento della violenza dopo il colpo di stato e della discriminazione in ambito sanitario. Il Qatar è salito al n. 18 dal n. 29, visto che le chiese domestiche precedentemente tollerate non hanno potuto riaprire dopo le chiusure dovute COVID-19, e questo nonostante il permesso concesso alle moschee e ai pochi edifici ecclesiastici ufficialmente registrati. L’Indonesia è salita al n. 28 dal n. 47, spinto da due micidiali attacchi islamisti contro le chiese nonostante la repressione del governo contro i terroristi. E Cuba è balzata al n. 37 dal n. 51, a causa dell’intensificarsi dell’azione contro i leader cristiani e gli attivisti contrari ai principi comunisti.
Nel complesso, le prime 10 nazioni hanno solo rimescolato le posizioni rispetto allo scorso anno. La Somalia è rimasta stabile al n. 3, così come la Libia al n. 4, Eritrea al n. 6 e l’India al n. 10. Lo Yemen è salito di due posizioni al n. 5, in sostituzione del Pakistan che è sceso di tre posizioni al numero 8. L’Iran è sceso di un posto al n. 9, e la Nigeria è salita di due posizioni al n. 7, completando il gruppo ignobile.
Sorprendentemente rimossa a novembre dall’elenco annuale dei Paesi di particolare interesse del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti dopo essere stata finalmente aggiunta nel 2020, la Nigeria ha ricevuto un’attenzione speciale nel rapporto di Open Doors.
“Una volta che sei cristiano in Nigeria, la tua vita è sempre in gioco”, ha detto Manga, il cui padre è stato decapitato da Boko Haram. ”[Ma] non è che abbiamo un altro posto dove andare, non abbiamo alcuna opzione.”
La nazione più popolosa dell’Africa si è classificata al primo posto nelle sottocategorie della WWL di cristiani uccisi, rapiti, molestati sessualmente, abusati fisicamente o mentalmente e case e aziende attaccate per motivi religiosi. Si è classificato al secondo posto nelle sottocategorie di attacchi alle chiese e trasferimenti interni.
”È… diventato sempre più chiaro che i cristiani (e le minoranze) non possono contare sull’apparato di sicurezza per la loro protezione”, afferma il rapporto.
Le violazioni della libertà religiosa in Nigeria sono legate a una presenza islamista in rapida crescita nel Sahel africano. Il Mali è salito al n. 24 dal n. 28, e Open Doors teme che possa aumentare ulteriormente il prossimo anno. Il Burkina Faso è rimasto stabile al n. 32, e il Niger è passato al n. 33 dal n. 54. Nelle vicinanze, la Repubblica Centrafricana (CAR) è salita al n. 31 dal n. 35.
“L’epicentro del jihadismo internazionale è ora [nella] zona del Sahel”, ha affermato Illia Djadi, analista senior di Open Doors per la libertà di religione e credo per l’Africa subsahariana. “Questo terrorismo si sta spostando verso sud… e paesi prevalentemente cristiani come il Benin, Togo, Ghana, Costa d’Avorio sono ora colpiti”. (Nessuno di questi si classifica nella lista.)
I paesi a maggioranza cristiana si collocano relativamente in basso tra i primi 50 e includono la Colombia (n. 30), Cuba (n. 37), Etiopia (n. 38), Repubblica Democratica del Congo o RDC (n. 40), Mozambico (n. 41), Messico (n. 43) e Camerun (n. 44).
Delle prime 50 nazioni:
- 11 hanno livelli di persecuzione “estremi” e 39 hanno livelli “altissimi”. Anche altre cinque nazioni fuori dalla top 50 si qualificano come “molto alte”: Kenya, Sri Lanka, Comore, Emirati Arabi Uniti e Tanzania.
- 18 sono in Africa (6 in Nord Africa), 29 in Asia, 10 in Medio Oriente, 4 in Asia centrale e 3 in America Latina.
- 34 hanno l’Islam come religione principale, 4 hanno il buddismo, 2 hanno l’induismo, 1 ha l’ateismo, 1 ha l’agnosticismo e 10 hanno il cristianesimo.
La lista 2022 ha incluso due nuovi paesi: Cuba e Niger. Due paesi sono uscite dalla lista: Kenya e Comore.
Altri incrementi degni di nota includono l’Arabia Saudita al n. 11, rispetto al n. 14, vista la disponibilità di informazioni più specifiche sulla situazione dei migranti convertiti. Similmente, la nazione del Golfo, Oman è salita al n. 36 dal n. 44, a seguito di un aumento della sorveglianza contro i cristiani, in particolare i convertiti, con molti costretti a lasciare il Paese. E in Asia, il Bhutan è salito al n. 34 dal n. 43, a causa dell’aumento delle violenze contro i cristiani nella nazione buddista tradizionalmente non violenta.
Non tutti i movimenti degni di nota sono stati negativi. Iraq e Siria sono scese di tre posizioni al n. 14 e al n. 15, rispettivamente, a causa della diminuzione del numero delle chiese attaccate e dei cristiani uccisi. La Tunisia è scesa al n. 35 dal n. 25, poiché un minor numero di cristiani sono stati detenuti, mentre una diminuzione delle violenze contro i cristiani ha fatto scendere il Tagikistan al n. 45 dal n. 43. Nel frattempo, un minor numero di attacchi da parte di gruppi radicali indù nella nazione himalayana del Nepal ha portato la sua posizione nella classifica a scendere al n. 48, in calo dal n. 34.
Open Doors ha suggerito che alcuni cali potrebbero essere superficiali, tuttavia, causati dalla diminuzione dell’attività cristiana dovute al COVID-19. L’Egitto è sceso al n. 20 dal n. 16, e la Turchia è scesa al n. 42 dal n. 35, poiché gli attacchi alle chiese sono diminuiti. Tuttavia in Egitto, la violenza contro i singoli cristiani è rimasta alta con otto credenti uccisi, mentre la Turchia ha assistito a una retorica del governo sempre più aggressiva contro i cristiani, che hanno sofferto dovuto ad una crescente sfiducia sociale.
Altre nazioni hanno annullato gli sviluppi positivi con quelli negativi. Il Sudan è rimasto al n. 13, dato che le riforme della libertà religiosa a livello nazionale non sono ancora state attuate a livello locale. La Colombia è rimasta stabile al numero 30 poiché sono stati uccisi meno cristiani, seppure l’attività criminale e l’ostilità sociale sono aumentate, specialmente nelle comunità indigene. E l’Etiopia, che ha perso due posizioni al n. 38, ha visto un calo delle violenze contro i cristiani compensato dalle pressioni da parte della comunità in mezzo a condizioni di guerra civile che rendono difficile distinguere la persecuzione religiosa da quella etnica.
Come vengono perseguitati i cristiani in questi paesi?
Open Doors classifica la persecuzione in sei categorie, comprese sia le pressioni sociali e sia quelle governative su individui, famiglie e congregazioni, e si concentra in particolare sulle donne. Quasi tutte le categorie hanno registrato degli aumenti quest’anno e alcune hanno raggiunto livelli record.
Quando la violenza viene isolata in quanto categoria, i primi 10 persecutori cambiano drasticamente: rimangono solo Afghanistan, Nigeria, Pakistan e India. In effetti, 16 nazioni sono più letali per i cristiani rispetto alla Corea del Nord.
I martiri sono aumentati di oltre 1.000 rispetto all’anno precedente, con Open Doors che ha registrato 5.898 cristiani uccisi per la loro fede durante il periodo di riferimento. Con un aumento del 24%, il bilancio rimane un miglioramento rispetto al massimo del 2016 di 7.106 morti. La Nigeria rappresentava il 79% del totale, seguita dal Pakistan all′11%.
Open Doors elenca le sue statistiche sulla violenza nelle nazioni che si classificano con 41 punti o anche di più. L’organizzazione è nota per favorire una stima più prudente rispetto ad altri gruppi, che spesso calcolano i martiri come essendo 100.000 all’anno.
Laddove i numeri non possono essere verificati, le stime vengono fornite in numeri arrotondati di 10, 100, 1.000 o 10.000, che si presume siano, in resltà, più alti. E alcune tabulazioni nazionali potrebbero non essere fornite per motivi di sicurezza, risultando in una designazione “NN” per Afghanistan, Maldive, Corea del Nord, Somalia e Yemen.
Sotto questa rubrica, una nazione senza nome, il Burkina Faso, la Repubblica Democratica del Congo e il Mozambico seguono tutte con un conteggio simbolico di 100 martiri.
Una seconda categoria tiene traccia degli attacchi a chiese e altri edifici cristiani come ospedali, scuole e cimiteri, distrutti, chiusi o confiscati. Il conteggio di 5.110 rappresenta un aumento del 14% rispetto allo scorso anno, ma è solo circa la metà del massimo raggiunto nel 2020 di 9.488.
Cina (n. 17), che è rientrato nella top 20 lo scorso anno per la prima volta in un decennio, è risultata al primo posto con il 59% degli attacchi registrati alle chiese. La Nigeria era seconda con 470 episodi, seguita da Bangladesh, Pakistan e Qatar. Repubblica Centrafricana, Burkina Faso, Mozambico, Burundi, Angola e Ruanda sono stati tutti assegnati con un simbolico 100 attacchi.
La categoria dei cristiani detenuti senza processo, arrestati, condannati e incarcerati ha raggiunto un nuovo massimo nel 2021, con un totale di 6.175, circa 1.000 casi in più rispetto al precedente periodo di riferimento. Open Doors divide questo in due sottocategorie, con 4.765 credenti detenuti che rappresentano un aumento del 69%. L’India è stata in testa con 1.310 casi e, insieme a una nazione senza nome, Pakistan e Cina hanno rappresentavano il 90% del totale.
Il conteggio di 1.410 credenti incarcerati, tuttavia, ha rappresentato una diminuzione del 4 per cento rispetto al periodo precedente. Una nazione senza nome, Eritrea, Cina e Bangladesh hanno costituito il 91% del totale.
Un altro nuovo dato massimo è stato registrato nel numero di cristiani rapiti, con un totale di 3.829 che rappresenta un aumento del 124 per cento rispetto al periodo precedente. La Nigeria ha rappresentato il 66% del totale, seguita dal Pakistan al 26%.
La categoria di gran lunga più numerosa è stata quella di persone costrette a trasferimento, con 218.709 cristiani costretti a lasciare le loro case o a nascondersi per motivi di fede. Altri 25.038 cristiani sono stati costretti a lasciare i loro paesi. Il Myanmar rappresentava rispettivamente il 91% e l′80%.
Open Doors ha affermato che diverse categorie erano particolarmente difficili da conteggiare con precisione, la più alta delle quali erano i 24.678 casi di abusi fisici e mentali, comprese percosse e minacce di morte. Delle 74 nazioni considerate, a 36 sono stati assegnati dei numeri simbolici. La Nigeria è stata la più alta, seguita da India, due nazioni senza nome, Eritrea, Pakistan, Myanmar, Cina, Repubblica Centrafricana, Mozambico e Malesia.
Un totale stimato di 4.543 case e proprietà cristiane sono state attaccate nel 2021, insieme a 1.906 negozi e attività commerciali. Di questi ultimi, a 18 paesi su 36 sono stati assegnati numeri simbolici, con la Nigeria in testa.
Nigeria, Pakistan e Mozambico hanno avuto il maggior numero nella prima categoria, con solo Camerun e Bangladesh in grado di registrare casi reali. Iraq, Siria, Cina, Burkina Faso e Repubblica Democratica del Congo hanno completato i primi 10, ciascuno con un punteggio simbolico di 100 attacchi.
Anche le categorie specificamente riferite alle donne erano difficili da conteggiare con precisione per i ricercatori di Open Doors. Sono stati registrati un totale di 3.147 casi di stupro e molestie sessuali, con in testa Nigeria e Pakistan come i più alti, con 36 paesi su 48 segnati simbolicamente. Per i matrimoni forzati con non-cristiani ci sono stati un totale di 1.588, guidati dal Pakistan come il più alto dei 25 paesi su 37 segnati simbolicamente.
Perché i cristiani sono perseguitati in questi paesi?
La motivazione principale varia da paese a paese e una migliore comprensione delle differenze può aiutare i cristiani in altre nazioni a pregare e difendere in modo più efficace i loro fratelli e sorelle in Cristo così tartassati.
Open Doors classifica le fonti primarie della persecuzione cristiana in otto gruppi:
L’oppressione islamica (33 paesi): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani devono affrontare in oltre la metà dei paesi della lista di controllo, di cui 7 dei primi 10 in assoluto: l’Afghanistan (n. 1), Somalia (n. 3), Libia (n. 4), Yemen (n. 5), Nigeria (n. 7), Pakistan (n. 8) e Iran (n. 9). La maggior parte delle 33 sono nazioni ufficialmente musulmane o hanno maggioranze musulmane; tuttavia, 6 hanno effettivamente una maggioranza cristiana: Nigeria, CAR (n. 31), Etiopia (n. 38), Repubblica Democratica del Congo (n. 40), Mozambico (n. 41) e Camerun (n. 44).
Paranoia dittatoriale (5 paesi): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani devono affrontare in cinque paesi, principalmente in Asia centrale, a maggioranza musulmana: l’Uzbekistan (n. 21), Turkmenistan (n. 25), Bangladesh (n. 29), Tagikistan (n. 45) e Kazakistan (n. 47).
Oppressione comunista e post-comunista (5 paesi): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani devono affrontare in cinque paesi, principalmente in Asia: la Corea del Nord (n. 2), Cina (n. 17), Vietnam (n. 19), Laos (n. 26) e Cuba (n. 37).
Nazionalismo religioso (4 paesi): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani devono affrontare in quattro nazioni asiatiche. I cristiani sono presi di mira principalmente dai nazionalisti indù in India (n. 10. e Nepal (n. 48), e dai nazionalisti buddisti in Myanmar (n. 12. e Bhutan (n. 34).
Criminalità organizzata e corruzione (2 paesi): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani devono affrontare in Colombia (n. 30. e Messico (n. 43).
Protezionismo denominazionale cristiano (1 Paese): questa è la principale fonte di persecuzione che i cristiani affrontano in Eritrea (n. 6).
Intolleranza secolare (0 paesi) e oppressione dei clan (0 paesi): Open Doors tiene traccia di queste fonti di persecuzione, ma nessuna delle due è la fonte principale in nessuno dei 50 paesi nell’elenco del 2022. Tuttavia, l’anno scorso l’oppressione dei clan è stata la principale motivazione in Afghanistan, Somalia, Laos, Qatar, Nepal e Oman.
Come si confronta la WWL con altri rapporti sulla persecuzione religiosa?
Open Doors ritiene ragionevole definire il cristianesimo la religione più perseguitata al mondo. Allo stesso tempo, rileva che non esiste una documentazione comparabile per la popolazione musulmana mondiale.
Altre valutazioni sulla libertà religiosa in tutto il mondo confermano molte delle conclusioni di Open Doors. Ad esempio, l’ultima analisi della Pew Research Center sulle ostilità del governo e della società nei confronti della religione ha rilevato che i cristiani sono stati molestati in 153 paesi nel 2019, più di qualsiasi altro gruppo religioso. I musulmani sono stati molestati in 147 paesi, seguiti dagli ebrei in 89 paesi.
Nell’esaminare solo l’ostilità da parte dei governi, i musulmani sono stati molestati in 135 paesi e i cristiani in 128 paesi, secondo la Pew. Nell’esaminare solo l’ostilità all’interno della società, i musulmani sono stati molestati in 115 paesi e i cristiani in 107 paesi.
La ripartizione corrisponde ai dati di Open Doors. Cina, Myanmar, Sudan e Siria hanno registrato oltre 10.000 episodi di assillo da parte di ciascuno di questi governi. Sri Lanka, Afghanistan ed Egitto sono stati notati per gli alti livelli di ostilità sociale.
La maggior parte delle nazioni nell’elenco di Open Doors compare anche nell’elenco annuale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che nomina e svergogna i governi che hanno “praticato o tollerato violazioni sistematiche, continue e notevoli della libertà religiosa”.
La sua lista principali Nazioni di Particolare Interesse di primo livello (CPC) include il Myanmar (n. 12 della WWL 2022), Cina (n. 17), Eritrea (n. 6), Iran (n. 9), Corea del Nord (n. 2), Pakistan (n. 8), Russia (uscita dalla WWL lo scorso anno), Arabia Saudita (n. 11), Tagikistan (n. 45) e Turkmenistan (n. 25). La sua lista di Controllo Speciale di secondo livello include l’Algeria (n. 22), Comore (che quest’anno è uscita dalla WWL), Cuba (n. 37) e Nicaragua (non classificato ma monitorato da Open Doors).
Il Dipartimento di Stato elenca anche le Entità di Particolare Interesse, o soggetti non-governativi che producono persecuzioni, che sono tutti attivi nei paesi nell’elenco di Open Doors. Questi includono Boko Haram e ISWAP in Nigeria (n. 7 sulla WWL), i Talebani in Afghanistan (n. 1), Al-Shabaab in Somalia (n. 4), ISIS principalmente in Iraq (n. 14), Hayat Tahrir al-Sham in Siria (n. 15), gli Houthi nello Yemen (n. 5), e ISIS-Greater Sahara e Jamaat Nasr al-Islam wal Muslimin nel Sahel.
Nel frattempo, la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale (USCIRF) nel suo rapporto del 2021 ha raccomandato le stesse nazioni per l’elenco del CPC, con l’aggiunta di Nigeria, India (n. 10), Siria e Vietnam (n. 19). Per la watchlist del Dipartimento di Stato, l’USCIRF ha raccomandato le stesse nazioni ad eccezione delle Comore, con l’aggiunta di Afghanistan, Azerbaigian (non classificato ma monitorato da Open Doors), Egitto (n. 20), Indonesia (n. 28), Iraq, Kazakistan (n. 47), Malesia (n. 50), Turchia (n. 42) e Uzbekistan (n. 21).
Tutte le nazioni del mondo sono monitorate da ricercatori e personale sul campo di Open Doors, ma viene data un’attenzione approfondita a 100 nazioni e un’attenzione particolare alle 76 che registrano livelli “alti” di persecuzione (punteggi di oltre 40 sulla scala di 100 punti di Open Doors).